Carmelo
- studiorebecca
- 23 mar
- Tempo di lettura: 3 min
Carmelo, il mio animale famiglio: una storia di amore e destino
Cos’è un animale famiglio?
Nell’immaginario collettivo, l’animale famiglio è spesso associato alle streghe e ai loro gatti neri. Ma la realtà è ben più profonda e antica. Un animale famiglio non è un semplice compagno di vita: è un alleato spirituale, un’entità che condivide con noi un legame che trascende il tempo e lo spazio. È colui che ci accompagna nelle notti oscure dell’anima, che ci protegge, che assorbe le nostre energie per guidarci verso la luce. Non è un animale qualunque. È una presenza che si sceglie e che ci sceglie, e il vincolo che si crea è sacro.
Vi presento Carmelo
Carmelo è il mio famiglio. È arrivato nella mia vita in un modo che non posso definire altro che magico. O forse, semplicemente, era destino.
Tutto è iniziato con un sogno.
Ho sognato Leopoldo, il mio bassotto che tanti anni fa ha attraversato il ponte dell’arcobaleno. Nel sogno mi parlava con la dolcezza che solo lui aveva, mi diceva di aprire bene gli occhi, di prestare attenzione alle sincronicità, perché lui, in qualche modo, stava tornando.
Al mattino, ancora avvolta da quella sensazione sospesa tra sogno e realtà, ho acceso Facebook. E lì, tra le tante immagini, i suoi occhi mi hanno trovata. Carmelo. Un cagnolino di un anno e mezzo, in cerca di casa. Nessuno lo voleva. Ma io sì.
Non ho esitato. Ho sentito quella chiamata dentro di me, quella certezza assoluta che non ammette dubbi. E così Carmelo è arrivato da me, dalla Sicilia, portando con sé qualcosa che non sapevo ancora, ma che avrei imparato presto: essere il custode di un animale famiglio non è un privilegio che si riceve, ma una responsabilità che si guadagna.
Un legame forgiato nel buio
L’animale famiglio non è solo un compagno di vita, è una parte di noi. E come ogni legame profondo, va costruito con dedizione, con fiducia cieca, con il coraggio di saltare a mani vuote nel buio. Lui si dona a te, ma tu devi essere disposto a donarti a lui.
E Carmelo lo ha fatto.
Negli ultimi due mesi ho vissuto momenti di grande stress. E come spesso accade quando le tensioni si allentano, il corpo ne risente. Nella notte di settimana scorsa ho avuto una sincope vasovagale molto pesante. Ero sola in casa. Il vuoto mi ha inghiottita.
Ma Carmelo c’era.
Ha capito prima di me cosa stava accadendo. Ha percepito il crollo energetico, ha saputo che stavo andando via. Mi ha chiamata, mi ha riportata indietro, mi ha rianimata con la sua presenza, con il suo amore.
Ma un famiglio non si limita a proteggere. Un famiglio prende su di sé.
E così, quando io mi sono ripresa, lui ha avuto la mia stessa sincope. Ha assorbito tutto. Il mio cagnolino ha pagato il prezzo per salvarmi.
Ora sta bene. Ha superato la prova, così come l’ho superata io. Ma ciò che ho vissuto mi ha lasciato una consapevolezza ancora più grande: l’amore di un animale famiglio è una grazia divina, un dono che non possiamo dare per scontato.
Amiamo i nostri compagni di viaggio
Che siano famigli o semplici anime affini, i nostri animali ci amano con un’intensità che spesso non comprendiamo fino in fondo. Sono specchi delle nostre emozioni, guardiani della nostra energia, angeli con la coda e gli occhi pieni di mondi.
Amiamoli, onoriamoli, ringraziamoli. Perché la loro capacità di amare è qualcosa che sfiora il divino.
Grazie, Carmelo. Grazie, Leopoldo. E grazie a tutti quei pelosi che camminano accanto a noi, rendendo la nostra esistenza più vera, più luminosa, più degna di essere vissuta.
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