Specchio, specchio delle mie brame...
- studiorebecca
- 19 mar
- Tempo di lettura: 2 min
Specchi che non sputano, riflessi che insegnano
Per alcune persone è una vera fortuna che gli specchi non sputino. Se lo facessero, il mondo sarebbe un tripudio di schizzi. Ma il riflesso che ci restituiscono non è mai solo una questione di luce e materia: è un dialogo tra ciò che appare e ciò che siamo disposti a vedere.
Gli specchi – siano essi fisici o simbolici – ci pongono davanti alla nostra immagine, ma raramente sono onesti. Mostrano ciò che temiamo, ciò che desideriamo, ciò che scegliamo di credere. Possono ingigantire le insicurezze o addolcire le ombre. Ma quando impariamo a guardarci senza filtri, senza trucco per l’anima, qualcosa cambia: si apre un varco nella verità.
Accettare ciò che non ci piace – una ruga che racconta il tempo, una cicatrice che custodisce una storia, un lampo di rabbia o un sorriso inaspettato – è il primo passo per evitare le situazioni specchio. E cosa sono? Sono quegli eventi e quelle persone che ci sbattono in faccia le parti di noi che preferiremmo ignorare. Il collega che ci irrita profondamente? Forse riflette un aspetto nostro che rinneghiamo. L’amico che ci tradisce? Potrebbe incarnare il nostro timore di non essere abbastanza. Il partner che non ci comprende? Forse è solo il riflesso del nostro non comprenderci.
Le situazioni specchio sono scomode perché non ci offrono lezioni su un piatto d’argento: si manifestano attraverso dolore, rabbia, frustrazione. Spesso inciampiamo più volte sugli stessi riflessi finché non troviamo il coraggio di guardarli in faccia, senza scappare. Ma più riusciamo a riconoscerli, più diventiamo capaci di camminare senza timore. E un giorno, senza nemmeno accorgercene, lo specchio smetterà di essere un giudice severo e diventerà semplicemente un testimone della nostra verità.
E tu, hai mai riconosciuto il tuo riflesso in una situazione specchio?
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