La chiave d'Arcano Capitolo 2

Carmelo l'effetto del bosco incantato.

Capitolo II – La Chiave d’Arcano

Una notte di luna piena, mentre Carmelo sonnecchiava accanto al fuoco con le orecchie piegate come ali d’elfo e Libellula suonava dolcemente un mandolino intonato al battito del cuore, una luce d’oro filtrò dalla finestra a forma di stella.

Era l’Arcano numero 5, il Papa, che appariva in forma di un’antica pergamena fluttuante. Le sue parole non erano scritte, ma vibravano come note, leggibili solo da chi aveva imparato ad ascoltare col cuore. La pergamena sussurrò:

“È tempo di camminare in punta d’arcano, tra i petali del sapere e le note della guarigione. Segui la via del Pancreas, personal trainer della felicità, e unisci i fiori della volontà e dell’umiltà: i fiori Walnut, pini e Angelica ti guideranno.”

Carmelo alzò il muso, come se avesse atteso proprio quel momento. I suoi occhi si illuminarono e con un piccolo balzo si trasformò in un Elfetto dorato, con ali invisibili e un’aura che sapeva di miele e vento. Sul suo collare apparve una chiave intarsiata con simboli antichi: era la Chiave d’Arcano, capace di aprire i portali tra corpo, mente e spirito.

“Seguimi, mia Libellula dagli anfibi. Ti mostrerò il luogo dove i chakra si fondono in melodia e dove ogni ferita è un insegnamento in fiore,” disse Carmelo, con una voce dolce come campanelli in primavera.

Così, la donna e l’Elfetto attraversarono il Bosco Incantato, entrando in un cerchio di funghi azzurri che li trasportò nel Giardino dei Chakra Danzanti, dove ogni fiore era un’emozione guarita, ogni suono un ricordo trasceso, e ogni respiro un atto di creazione.

E lì, tra i sentieri di luce, Libellula comprese che non era sola, non lo era mai stata.

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