Gli Angeli ci ascoltano
- studiorebecca
- 5 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Perché gli angeli non riescono a sentire il nostro grido d’aiuto quando siamo tristi?
Quante volte abbiamo sentito dire che gli angeli non riescono ad avvicinarsi a chi soffre… e quante volte questa affermazione ha gettato ancora più confusione nel cuore di chi, già nel dolore, si sente anche abbandonato dal Cielo.
Eppure il senso di questa frase andrebbe compreso più in profondità. Non è che gli angeli non ci sentano… è che le frequenze della disperazione ci chiudono, come una stanza senza finestre, dove perfino la luce fatica a entrare. Ma questo non significa che loro non ci siano. Sono lì, pazienti e presenti, aspettano che una piccola crepa nel nostro cuore lasci passare un filo di volontà, di speranza, di amore per sé. Basta pochissimo, un respiro, un pensiero di fiducia, un “Aiutami” sussurrato col cuore, e loro agiscono.
La verità è che abbiamo dentro di noi riserve di felicità, un’energia primordiale che ci appartiene fin dalla nascita. L’hanno i bambini, che dopo un pianto disperato per un giocattolo rotto riescono a tornare a ridere con la stessa intensità. Non è superficialità: è la connessione con quelle sorgenti interiori che ci riportano al presente, dove la gioia è possibile.
Crescendo, la coscienza si espande e le ferite si fanno più profonde. Ma non per questo perdiamo l’accesso a quella forza: dobbiamo solo ricordare di cercarla, anche quando tutto sembra perduto. È allora che siamo chiamati a rinforzare il corpo, la mente, l’anima. A diventare ponte tra la materia e il Cielo.
E proprio qui voglio fare una riflessione che mi sta molto a cuore.
Spesso leggo post che parlano di esoterismo e magia in modo semplicistico e superficiale, quasi come se fossero scorciatoie da usare quando le cose non vanno. Ma questo è un grande errore. Così si passa da una religione affidataria a una nuova dinamica altrettanto passiva e superstiziosa. Si delega ancora una volta all’esterno quello che invece è un richiamo al nostro potere personale.
La magia vera è dentro di noi. La ritualistica, se ben compresa e vissuta, non serve a ottenere qualcosa “fuori”, ma a radicarci, risvegliarci, renderci responsabili della nostra vita. Quando parlo di arcani, di fiori, di rituali di buona vita, è a questo che miro: a un percorso vivo, attivo, interattivo. Nulla che si fa con me è passivo: tutto pulsa di vita, di scelta, di presenza.
Perché il vero miracolo avviene quando smettiamo di aspettare e iniziamo a danzare, anche nel dolore, con la consapevolezza che la luce non arriva da fuori, ma si riaccende dentro.
Con amore e verità,
La Libellula con gli Anfibi
Pensieri olistici per un’anima che vuole ricordarsi di sé
Antonella Rebecca Spini
Se questo pensiero ha risuonato in te, condividilo con chi ha bisogno di ricordare il proprio potere. Oppure scrivimi: danziamo insieme il rito della vita consapevole.
Mail: studio.rebecca@yahoo.it
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