Carlotta vola via... Capitolo 4
- studiorebecca
- 18 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Capitolo IV – Il Saluto Sacro
Carlotta, la bassottina dai grandi occhi saggi, aveva attraversato la vita come una piccola regina silenziosa. Per sedici anni aveva custodito l’amore di Libellula e insegnato a Carmelo cosa significa appartenere davvero a qualcuno.
Quando il suo corpo cominciò a spegnersi, Libellula non si allontanò mai. Carmelo neanche. Rimasero accanto a lei, notte e giorno, come fa una famiglia che non conosce l’abbandono.
In quel tempo sospeso, la casa si trasformò in un tempio. Il respiro di Carlotta diventava una preghiera, ogni carezza un rito, ogni sguardo un addio dolce e sacro. Nessuno parlava: non serviva. Le anime comunicavano da sole, intrecciate in un amore che non aveva bisogno di voce.
Il giorno in cui Carlotta volò via, il sole sembrò chinarsi.
Libellula la strinse forte, e nel silenzio sentì qualcosa di eterno posarsi su di lei: non la fine, ma una presenza diversa, sottile, fatta di vento e memoria.
Carmelo si accoccolò dove lei dormiva, come a proteggerla ancora.
Si narra che...
Nel Bosco Incantato, quando la luce filtra tra le foglie come un sussurro d’amore, accade qualcosa di magico che solo i cuori puri possono sentire. In quella luce dorata, si racconta che appaia l’angelo Carlotta, una bassottina dalle orecchie lunghe e morbide, il musetto vispo e l’anima antica come le stelle.
Carlotta non era solo un cane: era una custode silenziosa di sogni, una viaggiatrice tra i mondi. Dopo aver vissuto a lungo accanto alla Libellula con gli Anfibi, ora camminava tra i fili d’oro del cielo, vegliando con amore da una dimensione fatta di petali e memoria.
Carmelo, l’Elfetto del Bosco, sentiva ancora il suo profumo ogni tanto, come un vento gentile che portava conforto. In quei momenti, si sdraiava sul muschio con lo sguardo rivolto all’alto, e subito una calda energia gli avvolgeva il cuore. Era lei, la sua sorellina di stelle, che gli poggiava il capo sul dorso anche da lassù, per dirgli: “Sono qui.”
Quella sera, mentre i folletti intonavano un canto intorno a lui, Carmelo chiuse gli occhi e la vide. Era radiosa, illuminata da milioni di lucciole celesti. Carlotta gli sorrise, e con voce di foglia sussurrò:
«Continua a proteggere la nostra Libellula, fratellino mio. Io sarò il tuo sogno buono, ogni volta che ne avrai bisogno.»
E in quell’abbraccio tra cielo e terra, l’elfetto Carmelo sentì di nuovo tutta la forza dell’amore eterno.
Comments