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- studiorebecca
- 14 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Carmelo l'effetto del bosco incantato
Capitolo III – Il Violinista delle Nebbie
Nel Giardino dei Chakra Danzanti, tra le vibrazioni del cuore e il profumo del gelsomino spirituale, Carmelo si fermò. Le sue orecchie si drizzarono e i suoi occhi si fecero attenti, come se avesse avvertito una presenza che la sua umana ancora non percepiva.
“Allora vieni…” sussurrò il vento.
E dalle nebbie che accarezzavano il sottobosco, emerse una figura alta, sottile, con capelli lunghi come rami d’inverno e occhi che brillavano come corde tese. Portava con sé un violino scolpito nel legno del primo albero del mondo, e quando lo sfiorava, il tempo stesso si inchinava per ascoltare.
Era Niccolò, il Violinista Fatato, lo Spirito-Guida venuto da lontano, da un luogo dove le anime danzano prima di nascere.
Carmelo gli si avvicinò e gli sussurrò qualcosa che solo gli elfi comprendono. Il Violinista annuì, accarezzò il capo del piccolo Elfetto e poi cominciò a suonare.
Le note si librarono leggere, ma intense, come carezze per l’anima: parlavano di memorie antiche, di sogni non detti, di desideri che aspettavano solo il coraggio per nascere.
Libellula però, quella sera, aveva il cuore un po’ chiuso. La sua mente era piena di pensieri, e il rumore del mondo le impediva di sentire il suono dell’amore sottile. Il violino la chiamava, ma lei sembrava non accorgersene.
“È testarda, la mia Libellula,” sospirò Carmelo con affetto. “Quando si chiude, nemmeno il canto delle fate la raggiunge.”
Niccolò non si scompose. Fece un passo avanti e cambiò melodia. Invece di suonare per farsi sentire, cominciò a suonare per ricordare. Ogni nota era un momento condiviso: il sorriso dopo il dolore, il primo incontro con Carmelo, il primo fiore raccolto con la voce spezzata ma l’anima fiera.
Fu allora che Libellula si fermò. Un brivido le attraversò la schiena, e una lacrima le scese lenta. Finalmente, ascoltò.
“Perdonami,” disse piano. “A volte ho paura di sentire davvero.”
“Ed è proprio lì che ti trovi,” rispose la voce silenziosa di Niccolò. “Nel cuore che teme, ma non smette mai di cercare.”
Carmelo le si accoccolò accanto. Aveva compiuto la sua missione: aveva chiamato il Violinista affinché le ricordasse chi era, anche quando lei sembrava averlo dimenticato.
Ci vediamo al prossimo capitolo 🎻
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